Il recente decreto legge approvato dal governo italiano introduce un importante cambiamento nella tassazione dei nuovi residenti fiscali, raddoppiando l’imposta sostitutiva sui redditi esteri.
Questo aggiornamento, previsto per il 2025, potrebbe avere ripercussioni significative sull’attrattività dell’Italia per gli HNWI (High-Net-Worth Individuals) a livello globale. Continua a leggere per scoprire la portata di questa modifica e le sue potenziali conseguenze.
Modifica alla Flat Tax per i nuovi residenti fiscali
Il governo italiano ha approvato un decreto legge che modifica il comma 2 dell’articolo 24-bis del TUIR (Nuovi Residenti Fiscali), raddoppiando l’imposta sostitutiva facoltativa sui redditi delle persone fisiche dovuta dai nuovi residenti fiscali su tutti i redditi esteri. In particolare, l’imposta sostitutiva annuale sui redditi esteri e sulle plusvalenze per i nuovi residenti fiscali aumenta così da 100.000 euro a 200.000 euro.
Da quanto è possibile evincere dal dettato normativo, l’imposta sostitutiva maggiorata si applicherà solo alle persone fisiche che trasferiranno la loro residenza fiscale in Italia a partire dal 2025. Infatti, coloro che attualmente già beneficiano del regime dei nuovi residenti e hanno versato 100.000 euro nel mese di giugno per l’anno fiscale precedente, dovrebbero ragionevolmente mantenere questa imposta per gli anni successivi.
In attesa della conversione in legge del decreto da parte del Parlamento e di eventuali chiarimenti ufficiali da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nonché dell’Agenzia delle Entrate, analizziamo con questo articolo la portata e gli effetti di questa modifica.
Aspetti salienti della modifica alla Flat Tax italiana
Raddoppio della Flat Tax
Aumento dell'imposta per i nuovi residenti da 100.000 a 200.000 euro.
Applicazione dal 2025
La nuova imposta si applica solo ai residenti fiscali dal 2025 in poi.
Impatto su HNWI
Potenziale diminuzione dell'attrattiva dell'Italia per i super-ricchi.
La normativa vigente
Ricordiamo che, in base alla normativa della flat tax finora in vigore, il nuovo residente può scegliere di pagare un’imposta forfettaria annuale di 100.000 euro e un importo di 25.000 euro per ogni membro della famiglia qualora intendesse optare per il regime di vantaggio, a condizione che non sia stato fiscalmente residente in Italia per un tempo almeno pari a nove periodi d’imposta nel corso dei dieci precedenti l’inizio del periodo di validità dell’opzione.
Per i familiari l’opzione non è obbligatoria, ma dovrà essere fatta una specifica valutazione di convenienza. Il regime, che ha una durata massima di 15 anni, è revocabile in qualsiasi momento e senza alcun aggravio di costi. L’agevolazione include anche l’esenzione da imposta di donazione e successione per beni situati all’estero, nonché l’esenzione dal monitoraggio fiscale (Quadro RW) e dal pagamento di IVAFE e IVIE.
L'impatto della modifica sulla competitività italiana
Al di là di qualche chiarimento necessario sul nuovo importo dell’imposta relativa ai familiari e di qualche imprecisione del testo del Decreto che fa riferimento al trasferimento della residenza fiscale in Italia ai sensi dell’Art. 43 del Codice Civile, sebbene sia più corretto fare riferimento al TUIR (per questi temi confronta i nostri articoli dedicati), quello che interessa è l’impatto sui nuovi potenziali applicanti.
Diminuzione dell’attrattiva per gli HNWI
La prima ripercussione negativa infatti potrebbe consistere nella diminuzione di attrattiva da parte dell’Italia nei confronti degli HNWI (High-Net-Worth Individuals), soprattutto in un periodo storico come quello attuale dove molti super-ricchi stanno valutando il miglior Paese dove trasferirsi, anche a fronte delle recenti modifiche di alcuni regimi fiscali di favore, quale la fine del regime “non dom” nel Regno Unito o in Portogallo.
Opportunità nel mercato immobiliare italiano
Considerato anche i risultati delle elezioni politiche in Francia, non favorevoli agli HNWI, e la previsione diffusa di aumenti dell’imposizione fiscale a carico dei super-ricchi, l’Italia resta comunque un’opzione valida e il mercato immobiliare italiano potrà beneficiare della novità fiscale continuando ad attrarre i ricchi investitori interessati più all’acquisto che all’affitto di immobili nel Paese.
Scopri gli aspetti normativi e fiscali di altri Paesi con il nostro GV Index.
Il regime italiano rimane competitivo
Si può sostenere pertanto che, anche con una flat tax di 200.000 euro, il regime italiano rimane competitivo, anche se diventa più costoso per i nuovi arrivati, per i grandi vantaggi che offre in termini di trust internazionali e di pianificazione patrimoniale, compreso l’utilizzo di trust, e l’assenza di qualsiasi principio di “rimessa”.
Ricordiamo infine che l’Italia offre uno dei migliori sistemi fiscali per quanto riguarda le imposte di successione e donazione, tra le più basse in Europa.
Se sei interessato a conoscere gli altri migliori Paesi dove trasferirsi a seguito delle recenti novità in materia di regimi fiscali speciali, come la Svizzera, Malta o Monaco, ti consigliamo di dare un’occhiata al nostro articolo “Nuove destinazioni fiscali per ricchi residenti”.
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