La cittadinanza come opportunità
La questione delle doppie (o triple) cittadinanze è un argomento sempre molto sottovalutato sia da privati che imprenditori come potenziale strumento per incrementare le proprie prospettive future e il proprio business. Spesso l’idea di seconda cittadinanza viene relegata a questioni legate al matrimonio o alla provenienza familiare e vista come una mera opportunità concessa a chi ha la fortuna di nascere da genitori di nazionalità diversa o in un luogo differente da quello di nazionalità dei genitori.
In realtà, nel mondo globale di oggi possedere più di una cittadinanza, e quindi più di un passaporto, è una vera e propria opportunità che in diverse situazioni può valere la pena cogliere.
A maggior ragione da quando non solo è possibile “naturalizzarsi” in un determinato Paese semplicemente risiedendo in loco per un certo periodo di tempo (che generalmente varia dai 5 ai 10 anni), ma a maggior ragione da quando si è diffusa la prassi di “vendere” la cittadinanza in cambio di un investimento nel Paese di cui si vuole ottenere il passaporto, secondo i cosiddetti “Citizienship By Investiment Program” (CBI Program).
Una prassi sempre più diffusa di cui in molti faticano a comprendere le potenzialità, poiché si tende a ragionare ancora troppo sul concetto di cittadinanza nel suo senso ideologico, legato cioè al patriottismo, al nazionalismo, alla comunanza di valori, di visioni del mondo e di abitudini; per questo, il concetto di “acquisto” di una cittadinanza sembra contraddire il senso stesso della cittadinanza, poiché è certamente impossibile assimilare quei valori, quelle tradizioni e quelle abitudini semplicemente sborsando del denaro per ottenere un passaporto.
Cittadinanza multipla: uno strumento strategico
Ottenere una seconda cittadinanza non è solo una questione identitaria: consente libertà di movimento, accesso facilitato ai mercati esteri e maggiore sicurezza personale
Una cittadinanza “più forte” può eliminare barriere burocratiche, aprire conti, ottenere finanziamenti e muoversi liberamente per fare impresa a livello globale.
Grazie ai programmi di cittadinanza per investimento, oggi è possibile acquisire un secondo passaporto in modo legale, veloce e strategico per espandere le proprie opportunità.
Il concetto di cittadinanza nel mondo globalizzato
La globalizzazione ha finito per stravolgere, tra le tante cose, anche il concetto stesso di cittadinanza. Il mondo contemporaneo è stato infatti sconvolto da una serie di cambiamenti che non hanno modificato solo le tecnologie, il metodo di lavoro, le opportunità e le potenzialità delle persone. La globalizzazione, la possibilità prima impensabile di muoversi più o meno liberamente e velocemente da un punto all’altro del pianeta, l’opportunità di fare business e aprire attività in più Stati contemporaneamente, la possibilità di svolgere attività in modo transnazionale o multinazionale, per la facilità con cui è possibile oggi spostarsi e lavorare (grazie alle nuove tecnologie come internet, che permette oggi molti lavori – prima impossibili – che si possono svolgere ugualmente in ufficio, dal divano di casa o su una spiaggia caraibica), hanno finito per modificare anche il concetto stesso di “appartenenza” a una comunità, che era sempre stato un elemento essenziale delle società primitive, antiche e anche moderne.
Prima di questi cambiamenti, il legame con il proprio Paese di appartenenza era viscerale, “genetico”: trasferirsi, cambiare Paese, emigrare in altri lidi era complesso, difficile, “anomalo” e per alcuni addirittura rischioso. Era qualcosa che ci si vedeva costretti a fare solo in caso di assoluta emergenza.
Oggi, però, non è più così: aprire business all’estero, trasferirsi, lavorare da remoto, sono diventate cose abbastanza semplici e alla portata di (quasi) tutti. Ed è una svolta che ha saputo creare anche enormi opportunità in più rispetto al passato. Portare il proprio know how in Paesi che, a differenza di quello di origine, possono valorizzarlo al meglio, investire il proprio denaro in Stati che garantiscono performance migliori, lavorare dove è possibile abbattere i costi (sia quelli del lavoro che quelli fiscali), ha aperto enormi scenari sul mercato imprenditoriale.
In questo senso, la possibilità di ottenere un secondo passaporto offre delle opportunità immense, sia a livello personale che di business.
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Un secondo passaporto offre maggiori opportunità di business
Immaginate un giovane imprenditore, ambizioso, con grandi idee, tanta voglia di fare e con del denaro da investire in qualche progetto imprenditoriale. Nel mondo globalizzato di oggi potrebbe sfruttare le sue qualità per aprire un business ed avrebbe anche la libertà di scegliere il miglior Paese per la sua strategia. A prescindere da quale sia la sua nazione di provenienza.
Questa opportunità è concreta, ma solo in via teorica: non tutti i Paesi, infatti, hanno un passaporto abbastanza potente da consentire ai suoi cittadini di muoversi liberamente ovunque vogliano.
Per un cittadino dell’africa subsahariana o del medio-Oriente, ad esempio, trasferirsi in occidente o in altri Paesi adatti alla sua idea di business sarebbe piuttosto difficoltoso, perché il suo passaporto potrebbe non garantire un ingresso Visa Free in quel determinato Paese. Dovrebbe quindi fare il visto in ingresso, compilare carte, dare giustificazioni del suo spostamento. Ogni volta che intende spostarsi. E non è nemmeno detto che basti.
Non solo: anche ottenere finanziamenti in quei Paesi potrebbe essere più difficile che per un cittadino europeo, così come intestarsi società, i conti in banca, prendere una seconda residenza, ecc…
Questo crea una forte discriminazione, perché un talento di pari rango ma di cittadinanza europea sarebbe certamente avvantaggiato ovunque scelga di spostare il suo business. Per motivazioni che non dipendono da questioni “ideologiche” ma più banalmente burocratiche, basandosi unicamente sull’index del proprio passaporto, che dipende a sua volta dalle condizioni socioeconomiche del suo Paese di origine e da specifici accordi di quello Stato con tutti gli altri.
Ma ecco che, aderendo ad un programma di cittadinanza per investimento (o a un programma di residenza che conduce in seguito all’accesso alla cittadinanza per naturalizzazione), potrà acquistare un secondo passaporto, dall’index più potente o semplicemente capace di concedere l’ingresso Visa free negli specifici Paesi di interesse per il suo business.
In questo modo egli resterà un cittadino africano o medio orientale, come tale legato alla sua comunità e alle sue tradizioni; ma agli occhi delle autorità, della burocrazia, delle banche, dei finanziatori e dei partners commerciali, egli risulterà cittadino del secondo Paese, con tutti i vantaggi che ne conseguono.
Seconda cittadinanza e libertà personale
Non solo. Al di là delle opportunità di business, la possibilità di acquisire una seconda cittadinanza costituisce per molti anche uno strumento di libertà personale, oltre che professionale. Inutile sottolineare i vantaggi di poter acquistare il passaporto di un Paese maggiormente democratico e libero di quello di origine, o che in generale consenta una libertà di spostamento maggiore e più semplice. Ancora, una seconda cittadinanza potrebbe consentire a chi la acquista un maggior margine per staccarsi da alcune rigide imposizioni delle autorità, che potrebbero porre dei limiti al passaporto originario o imporre misure restrittive per pubblica utilità (come abbiamo visto accadere con i lockdown seguenti allo scoppio della pandemia di Covid-19).
Conclusioni
Insomma: nel mondo di oggi avere a disposizione due o più passaporti è un’opportunità capace di aprire numerose porte altrimenti precluse per poter radicare il proprio business e le proprie strategie imprenditoriali ben oltre i confini del proprio Paese o del proprio continente, consentendo alle persone di raggiungere obiettivi e mercati prima irraggiungibili. Si tratta dunque di un investimento in parte oneroso, ma molto efficace.
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