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Trust e passaggio generazionale

Le potenzialità del trust

L’istituto del trust ha conosciuto negli ultimi decenni una crescente diffusione a livello internazionale, estendendosi anche ai sistemi di civil law, nonostante la sua origine nei Paesi di common law. Tuttavia, questa espansione è stata in parte rallentata da una diffidenza ingiustificata e da una certa mancanza di competenze tra gli operatori del settore e le stesse autorità giurisdizionali. Molti, infatti, non hanno ancora compreso appieno le potenzialità del trust, che si distingue per la sua estrema flessibilità e la capacità di adattarsi a molteplici contesti, garantendo soluzioni efficaci e sicure per la gestione patrimoniale. Al contrario, in alcuni ambienti viene ancora erroneamente percepito come un mero strumento per nascondere patrimoni o eludere il fisco, un pregiudizio che non rispecchia la realtà normativa.

In realtà, il trust rappresenta una soluzione legale e altamente strategica per chiunque desideri ottimizzare la propria pianificazione patrimoniale. Grazie alla sua struttura flessibile e ai molteplici ambiti di applicazione, il trust è uno strumento essenziale non solo per l’ottimizzazione fiscale e la protezione del patrimonio, ma anche per la gestione efficiente degli asset e la risoluzione di problematiche legate a normative obsolete. In diversi Paesi, infatti, l’eccessiva rigidità delle leggi non consente agli imprenditori e ai privati di gestire i propri beni con la stessa libertà e sicurezza che il trust può garantire.

Il trust, grazie alla sua adattabilità e alla ridotta burocrazia che lo caratterizza, si configura come un mezzo legale e altamente efficace per affrontare e risolvere le problematiche più comuni legate alla pianificazione patrimoniale. Con il giusto supporto di esperti nel settore, il trust può diventare un potente strumento di tutela e gestione patrimoniale, assicurando continuità, riservatezza e sicurezza nella protezione dei beni personali e aziendali.

Il problema del passaggio generazionale

Uno degli ambiti in cui il trust disvela tutti i suoi effetti positivi è certamente il problema del passaggio generazionale.

La morte di una persona, oltre alle inevitabili sofferenze emotive, si porta spesso dietro una serie di altre problematiche, legate alla suddivisione del patrimonio agli eredi, che le normative codicistiche spesso non solo non aiutano a risolvere, ma in molti casi ne aggravano la portata.

Come purtroppo spesso accade, soprattutto quando il patrimonio ereditario è piuttosto consistente, riuscire a mettere d’accordo tutti gli eredi sulla spartizione dell’eredità è estremamente difficile, anche a causa della burocrazia e di normative spesso ancorate a concetti e logiche vetuste. Molti Paesi, ad esempio, prevedono una quota di legittima, ossia assicurano per legge agli eredi diretti una quota del patrimonio, impedendo di fatto al testatore di scegliere liberamente a chi lasciare i propri averi, e non di rado le procedure per la spartizione dell’eredità sono lente, costose e poco attente alla reale volontà del testatore così come alla tutela dei beni facenti parte del patrimonio.

Ad esempio, spesso le normative non si curano di tutelare l’integrità degli asset del de cuius, soprattutto di fronte a un’eredità litigiosa. Prendiamo l’ipotesi di una società che finisce in successione a seguito della morte del suo socio unico: se i figli non sono interessati a proseguire l’attività paterna (come spesso accade) e non trovano un accordo sulla gestione aziendale o sulla divisione delle quote, l’inevitabile soluzione non potrà che essere quella della liquidazione della società e della spartizione del ricavato sotto forma di denaro liquido. Una soluzione che assicura agli eredi un uguale trattamento, ma che comporta la chiusura forzata di un’attività che poteva non essere la volontà del de cuius.

Oppure, si pensi a un soggetto che ha avuto dei figli da una prima moglie e che intende risposarsi nei suoi ultimi anni di vita: dovrebbe ponderare adeguatamente la sua scelta perché con l’atto di matrimonio muterebbe completamente la disciplina successoria a causa di limiti imposti dalla legge successoria del suo Paese, col rischio di scatenare faide familiari dopo la sua morte.

A queste e a molte altre problematiche può porre rimedio un trust; in tal senso, due esempi concreti possono aiutare a comprendere le reali potenzialità dell’istituto.

Il passaggio generazionale

La più comune fattispecie sulla quale può agire un trust è ovviamente la tutela di un corretto passaggio generazionale. Molti ordinamenti giuridici dispongono di un complesso e dettagliato sistema di norme che disciplinano la successione, che essa sia fatta per testamento o senza, tutelando gli interessi degli eredi “diretti” (figli e moglie/marito). Tuttavia, tale sistema non tiene conto di alcuni aspetti peculiari e particolari, che possono invece essere gestiti attraverso un trust.

Ipotizziamo una situazione astratta, ma molto comune al giorno d’oggi.

Il sig. Tizio ha un figlio, Caio, il quale dopo un primo matrimonio “fallito”, dal quale erano nati due figli, si è risposato con una ragazza straniera molto più giovane di lui, e del quale il sig. Tizio non nutre molta stima né particolare fiducia. Essendo Tizio un imprenditore facoltoso, con un ingente patrimonio, teme che la nuova moglie di suo figlio sia interessata più a quel patrimonio che al figlio. Di conseguenza, ha paura che, con la sua morte, i beni verranno sì ereditati dal figlio, ma essendo questo più anziano della nuova moglie con ogni probabilità morirà prima e la nuova moglie erediterà almeno la metà di quel patrimonio; somme che invece Tizio vorrebbe che, in ultima istanza, finissero ai nipoti frutto del primo matrimonio. Le quote di legittima, come si sa, non possono essere violate con un testamento, il che comporta che, quale che sia la volontà testamentaria di Tizio, in ogni caso la nuova moglie, alla morte del figlio, erediterà metà del patrimonio di quest’ultimo.

Una situazione comune e delicata che può essere risolta proprio attraverso l’istituzione di un trust.

Tizio potrebbe cioè conferire una certa parte del suo patrimonio all’interno del trust, scegliendo come trustee un professionista di fiducia; in seguito, indica il figlio come beneficiario del reddito e i nipoti come beneficiari del patrimonio finale del trust.

In sostanza, il trustee avrebbe lo scopo di garantire a Caio un certo reddito mensile, elargito dalle somme conferite in trust, fino alla sua morte; alla morte di Caio, invece, il trust verrebbe chiuso e tutto il patrimonio ancora esistente verrebbe elargito in unica soluzione ai nipoti, nella quota del 50% ad ognuno.

In questo modo, Tizio ha una struttura capace di “superare” i limiti e le criticità imposte dalla successione legittima del figlio, pur senza ledere di fatto la normativa codicistica, poiché quel patrimonio conferito in trust non sarebbe stato più parte del suo patrimonio personale e quindi, semplicemente, non sarebbe finito in successione e non sarebbe mai entrato direttamente nel patrimonio del figlio, con le conseguenze successorie previste dalle quote di legittima in favore della nuova moglie. Nonostante questo, il figlio resta beneficiario del trust, e quindi non gli viene sottratto il diritto a godere del patrimonio del padre, né il diritto al passaggio generazionale nei confronti dei suoi due nipoti, che restano i beneficiari “ultimi” del trust stesso.

Nel caso in specie si è quindi riusciti ad ottenere un’ottimizzazione della gestione patrimoniale in termini di passaggio generazionale, oltretutto su un lungo termine che attraversa due successioni e tre generazioni, attraverso il ricorso ad uno strumento giuridico come il trust e non altrimenti ottenibile con alcun altro strumento giuridico reso disponibile dall’ordinamento italiano, tutelando un legittimo interesse di un soggetto ma senza ledere i diritti altrui. Senza che, infine, tale operazione nascondesse in alcun modo intenti fraudolenti verso il fisco o creditori privati.

Trust e continuità aziendale

Un’altra fattispecie nella quale il trust offre un solido ed efficace strumento di tutela, ben più difficilmente ottenibile con altri strumenti giuridici, è la continuità aziendale. Nella vita di tutti i giorni, non di rado, soprattutto nelle imprese a conduzione familiare o per le piccole e medie imprese artigiane (che fanno dell’esperienza e dell’unicità dei loro prodotti il valore aggiunto dell’attività), emerge l’esigenza dell’imprenditore di assicurarsi la possibilità che l’impresa da lui creata e mandata avanti per tutta la vita possa continuare ad operare anche dopo la sua morte, facendo in modo che la qualità dei prodotti persista anche nel futuro, pur senza il suo intervento, e che le vicende successorie derivate dal suo trapasso non incidano sulla struttura aziendale, portandola cioè a uno smembramento o alla sua liquidazione al solo fine di soddisfare i suoi eredi.

Un esempio concreto di tale fattispecie può essere la seguente.

Un imprenditore, che chiameremo Tizio, ha avviato da decenni un’attività di impresa artigiana, portandola in progressiva crescita e sviluppo e maturando una forte rete di contatti e clienti, soddisfatti dalla qualità dei prodotti dovuta alla grande esperienza maturata sul campo. Essendo ormai in procinto di andare in pensione, come ogni piccolo e medio imprenditore italiano vorrebbe lasciare la prosecuzione dell’attività ai suoi due figli, che chiameremo Caio e Sempronio, al fine di evitare che “l’impero” da lui creato sia destinato a sfaldarsi con la sua dipartita.

Tuttavia, come non di rado accade, nessuno dei due figli ha seguito le orme del padre:

  • Caio ha studiato all’estero e vive ormai fuori Europa da qualche anno, dove lavora come dipendente

  • Sempronio ha seguito un percorso di studi e professionale totalmente diverso

Nessuno dei due ha mai lavorato nell’azienda del padre, né ha intenzione di farlo, né tantomeno avrebbe le competenze per garantire la stessa qualità del lavoro. Inoltre, i due figli non vanno molto d’accordo tra loro e il padre sa che, al momento della sua morte, con ogni probabilità la successione ereditaria sarà “turbolenta”.

Il padre è consapevole del rischio che:

  1. I figli potrebbero vendere o chiudere l’azienda

  2. Potrebbero procedere alla liquidazione delle quote

  3. Questa eventualità frustrerebbe le sue volontà

  4. Potrebbe causare un danno ai dipendenti, in particolare al suo principale collaboratore Mevio

Mevio è:

  • Parte dell’organico da tempo

  • Ha contribuito allo sviluppo aziendale

  • Possiede competenze informatiche e tecnologiche fondamentali

  • Ha fidelizzato nuovi clienti

Soluzione attraverso il trust:
Tizio potrebbe:

  1. Istituire un trust

  2. Conferire il 100% delle quote aziendali nel trust

  3. Nominare Mevio come trustee (gestore delle quote e amministratore)

  4. Designare Caio e Sempronio come beneficiari

Vantaggi ottenuti:
✔ Continuità aziendale garantita dopo la morte
✔ Le quote costituiscono un patrimonio separato
✔ I figli non possono vendere o liquidare l’azienda
✔ Gestione affidata a un soggetto competente (Mevio)
✔ Passaggio generazionale nel rispetto delle quote di legittima
✔ I figli ricevono gli utili aziendali (tramite elargizioni)
✔ Reinvestimenti garantiti per la crescita aziendale

Problemi risolti:

  1. Passaggio generazionale nel rispetto della legge

  2. Sopravvivenza dell’azienda

  3. Prolungamento efficiente dell’attività

Conclusioni

Gli esempi citati nel presente articolo sono solo alcune delle applicazioni di questo particolare istituto e hanno lo scopo di chiarire come la figura del trust non è, come troppo spesso si ritiene, un mero strumento per segregare un patrimonio o sottrarre i beni ai potenziali creditori; si tratta invece di un istituto estremamente flessibile, capace di rispondere a sempre più numerose esigenze in un mondo, come quello odierno, che pone sul tavolo sempre maggiori opportunitàcriticità e soluzioni che la lenta e ordinaria legislazione non è quasi mai in grado di affrontare.

Se vi trovate in situazioni simili a quelle raccontate nel presente articolo o volete vagliare l’applicabilità del trust nei riguardi di idee e progetti futuri che avete in mente, che si tratti di proteggere il proprio patrimonio o di esplorare opportunità di business, non esitate a contattarci compilando il form che trovate sul sito per una consulenza personalizzata.

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