La guida ai Paesi dell'area Schengen: la storia, i membri ed i visti

L’area Schengen rappresenta una delle zone di maggiore integrazione in Europa, consentendo la libera circolazione tra i Paesi membri senza controlli alle frontiere interne.

Composta da 29 Paesi, tra cui molti membri dell’Unione Europea e alcuni extra-UE, questa area presenta un complesso panorama di regole e accordi.

In questo articolo esploriamo la storia dell’area Schengen, le differenze rispetto all’Unione Europea, e le specifiche riguardanti i visti per i Paesi inclusi e non inclusi nell’area.

Storia Schengen e UE

Nel 1985 Belgio, Germania, Francia, Lussemburgo e Paesi Bassi firmarono il primo accordo ufficiale di Schengen. Il trattato è stato firmato in Lussemburgo, vicino a una città chiamata Schengen (da cui il nome), e mirava ad abolire in generale i controlli alle frontiere interne per questi cinque Paesi.

Nel 1993, con l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht è stata costituita l’Unione Europea, tra i cui membri originari risultavano anche i cinque Paesi Schengen, insieme all’Italia. Tuttavia, per diversi anni non vi è stato alcun coordinamento normativo trai i trattati di Schengen e quelli dell’UE.

Solo nel 1999, il Trattato di Amsterdam ha incorporato i Trattati di Schengen nel diritto dell’Unione Europea, unificando Schengen e l’UE su molti livelli. Gli unici due Stati dell’UE che all’epoca rinunciarono a Schengen furono l’Irlanda e il Regno Unito, il quale, a seguito della Brexit, nel 2020 è uscito anche dall’UE.

Oggi Schengen è parte integrante del diritto dell’UE. Inoltre, tutti gli Stati membri dell’UE senza opt-out sono legalmente obbligati ad aderire alla zona Schengen quando soddisfano i requisiti tecnici necessari.

Anche alcuni Paesi extra-UE quali la Svizzera, il Liechtenstein, la Norvegia e l’Islanda sono stati inclusi nell’area Schengen attraverso appositi accordi di associazione.

Al contrario, alcuni Paesi UE non fanno parte dell’area Schengen.

Elementi chiave dell'area Schengen

Composizione

29 Paesi con libera circolazione interna, inclusi membri UE e non UE.

Storia e integrazione

Accordo firmato nel 1985, incorporato nell'UE con il Trattato di Amsterdam nel 1999.

Paesi non inclusi

Alcuni Paesi UE e non UE non fanno parte dell'area Schengen, con controlli di frontiera.

Quali Paesi non sono inclusi nell'area Schengen?

Paesi UE non inclusi

Prevalentemente, i 29 Paesi dell’area Schengen si trovano da un punto di vista geografico nell’Europa continentale e sono anche membri dell’UE. Tuttavia, la zona Schengen non comprende due Paesi dell’UE geograficamente all’interno dell’Europa – e due al di fuori di essa. Questi quattro Paesi, quindi, hanno controlli di frontiera separati rispetto ai loro vicini Schengen. In altre parole, per l’ingresso in questi Paesi è necessario richiedere un visto di viaggio nazionale.

I due paesi UE non Schengen sono Cipro e Irlanda, i quali sono considerati ufficialmente Stati membri dell’UE, pur essendo i loro territori al di fuori dello spazio Schengen.

Paesi non UE e non Schengen

Il Regno Unito non è mai stato membro dell’accordo di Schengen, avendo deciso di non aderirvi nel 1999. Inoltre, a causa della Brexit, dal 31 gennaio 2020 il Regno Unito non è più membro neanche dell’UE. Di conseguenza il Regno Unito ha le proprie normative sui viaggi e sui visti che regolano gli accessi e la possibilità di soggiornare regolarmente sul territorio UK.

La maggior parte dei Paesi non inclusi nell’accordo di Schengen sono Stati dell’Europa orientale. Sebbene da un punto di vista geografico facciano parte dell’Europa, i controlli alle frontiere non sono stati ancora aboliti per questi 11 Paesi:

Albania, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia, Moldavia, Montenegro, Serbia, Ucraina, Regno Unito.

La Russia, pur facendo parte geograficamente dell’Europa, non è membro né di Schengen né dell’UE. Pertanto, impone i propri controlli alle frontiere e restrizioni di viaggio.

Microstati e territori oltremare

Infine anche i microstati di San Marino, Monaco e Città del Vaticano non sono membri ufficiali della zona Schengen. Tuttavia, questi tre sono considerati “de facto” all’interno dell’area e, pertanto, non impongono controlli alle frontiere.

Anche i territori d’oltremare francesi e olandesi non fanno parte dell’area Schengen. Le politiche specifiche in materia di visti tra i territori d’oltremare della Francia (Guiana francese, Guadalupa, Martinica, Riunione, Polinesia francese, Nuova Caledonia, St Pierre e Miquelon, Terre australi e antartiche francesi e Isole Wallis e Futuna) e i Paesi Bassi (Aruba, Bonaire, Curaçao, Saba, St Eustatius e St Maarten) sono pertanto soggetti ad accordi bilaterali tra i Paesi interessati.

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I requisiti per i Visti

Il Visto per i Paesi non Schengen

Ciascun Paese non Schengen ha i propri requisiti per il rilascio del visto, ma molti condividono gli stessi principi di base. Questi includono la prova di avere un passaporto valido, la fornitura di dati biometrici, un motivo legittimo per visitare, i mezzi per mantenersi durante il soggiorno, un itinerario di viaggio e un’assicurazione medica valida.

Tuttavia, mentre i Paesi al di fuori dell’area Schengen impongono generalmente controlli di frontiera sui viaggiatori provenienti dall’area Schengen, molti di loro hanno accordi di viaggio senza visto in quanto membri dell’UE (e/o Paesi che hanno firmato accordi di viaggio senza visto con gli Stati Schengen). Quindi è sempre meglio ricontrollare in anticipo le norme e i regolamenti sui visti del Paese o dei Paesi che si intendono visitare.

Il Visto Schengen

Un visto Schengen al contrario è un’autorizzazione rilasciata da uno Stato Schengen che consente ai viaggiatori di entrare nello spazio Schengen generalmente con una delle seguenti modalità:

  • Visto di Transito Aeroportuale: per il transito nelle zone internazionali degli aeroporti situati nei territori degli Stati membri e non consente al titolare di entrare nello spazio Schengen.
  • Visto Schengen Uniforme: valido per il territorio dello Spazio Schengen, rilasciato per soggiorni di breve durata (90 giorni ogni 180 giorni) calcolati dalla data di primo ingresso. Gli ingressi possono essere uno, due o più ingressi. Se ricorrono le condizioni, possono essere rilasciati Visti Uniformi Schengen con validità di un anno, due anni, tre anni o cinque anni.
  • Visto a Validità Territoriale Limitata: validi soltanto per lo Stato Schengen la cui Rappresentanza abbia rilasciato il visto (o, in casi particolari, anche per altri Stati Schengen specificamente indicati), senza alcuna possibilità di accesso, neppure per il solo transito, al territorio degli altri Stati Schengen. Costituisce una deroga eccezionale ammessa soltanto per motivi umanitari, di interesse nazionale o in forza di obblighi internazionali.
  • Visto per Soggiorni di Lunga Durata o “Nazionale”: validi per soggiorni di oltre 90 giorni, con uno o più ingressi, nel territorio dello Stato Schengen la cui Rappresentanza abbia rilasciato il visto. I titolari possono circolare liberamente nei Paesi Schengen diversi da quello che ha rilasciato il visto, per un periodo non superiore a 90 giorni per semestre solo qualora il visto sia in corso di validità.

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